Visualizzazioni: 0 Autore: Editor del sito Publish Tempo: 2025-09-20 Origine: Sito
La vertebroplastica è una procedura minimamente invasiva progettata per il trattamento delle fratture di compressione vertebrale osteoporotica. Viene applicato principalmente alle fratture toraciche e lombari, in cui il cemento osseo viene iniettato nella vertebra crollata per stabilizzare l'osso, alleviare il dolore e ripristinare l'altezza vertebrale. La tecnica comprende due approcci principali: vertebroplastica percutanea (PVP) e cifoplastica percutanea (PKP).
In PVP, una piccola incisione di circa 2 mm viene fatta sulla schiena del paziente. Sotto la guida fluoroscopica, un ago viene avanzato perceatamente attraverso il peduncolo nel corpo vertebrale. Il cemento osseo viene quindi iniettato tramite il canale di lavoro, si indurisce rapidamente per stabilizzare la vertebra fratturata, prevenire un ulteriore collasso e fornire un sostanziale sollievo dal dolore.
In PKP, dopo aver acceduto alla vertebra fratturata, un palloncino viene inserito e gonfiato per ripristinare parte dell'altezza vertebrale e creare una cavità all'interno dell'osso. Il cemento osseo viene quindi iniettato in fasi: il palloncino compatta l'osso spugnoso circostante, creando una barriera contro la perdita di cemento, mentre l'iniezione in scena riduce la pressione di iniezione, riducendo significativamente il rischio di stravaso di cemento.
Sia la cifoplastica con palloncino (PKP) che la tradizionale vertebroplastica percutanea (PVP) forniscono un sollievo dal dolore rapido, affidabile e altamente efficace, impedendo al contempo un'ulteriore compressione o collasso delle vertebre fratturate. L'esperienza clinica ha costantemente confermato il loro notevole effetto analgesico precoce, con tassi complessivi di soddisfazione del paziente superiori all'80%. Quando si tratta di ripristinare l'altezza vertebrale e correggere le deformità cifotiche spinali, PKP dimostra risultati superiori rispetto al PVP.
Una procedura PVP richiede in genere circa 30 minuti e la maggior parte dei pazienti è in grado di alzarsi dal letto e riprendere le normali attività entro 24 ore sotto la protezione del braccio lombare. Questa mobilizzazione precoce riduce in modo significativo il rischio di complicanze legate al riposo a letto, come polmonite ipostatica, ulcere da pressione e trombosi vena profonda, facilitando al contempo l'onere delle cure infermieristiche a lungo termine. Inoltre, l'ambulazione precoce impedisce la perdita ossea causata dall'immobilità prolungata, rompendo il circolo vizioso dell'osteoporosi in disuso.
Le fratture di compressione vertebrale osteoporotica rappresentano l'indicazione più comune per la vertebroplastica. Nei pazienti con ridotta densità ossea e fragilità dovuta all'osteoporosi, anche piccoli attività quotidiane come flessione, tosse, starnuto o sollevamento possono causare fratture vertebrali, portando a un dolore persistente o grave che compromette significativamente la qualità della vita. La vertebroplastica allevia efficacemente il dolore, migliora la stabilità spinale e aiuta i pazienti a riprendere la mobilità.
La vertebroplastica è anche indicata per tumori vertebrali benigni, come emangiomi, nonché metastasi spinali maligne da tumori come mieloma multiplo, carcinoma polmonare, carcinoma mammario o carcinoma prostatico. Queste condizioni spesso causano distruzione osteolitica, fratture patologiche e instabilità spinale, con conseguente forte dolore o persino compressione neurologica. La vertebroplastica rafforza le vertebre, allevia il dolore e riduce il rischio di ulteriori complicanze.
In casi attentamente selezionati, la vertebroplastica può anche essere presa in considerazione per alcune fratture acute di scoppio o ematomi vertebrali, a condizione che le condizioni cliniche soddisfino specifici criteri di sicurezza.